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E.T. telefono Atari

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E.T. di Atari è considerato il videogioco più brutto della storia.

Il gioco uscito nel lontano 1982 è diventato famoso per la leggenda per la quale Atari decise seppellirne nel deserto migliaia di copie dopo il flop totale del videogioco.

Riguardo questa vicenda è disponibile un documentario che potete vedere su Netflix, nel quale vengono miracolosamente ritrovate le copie sepolte nel 2014.

In realtà il gioco non fu un vero disastro, ma gli investimenti eccessivi per pubblicizzarlo e le troppe copie prodotte oltre alla scarsa qualità del gioco, trasformarono E.T. nel gioco che tutti conosciamo.

L’ideatore del gioco, il programmatore Howard Scott Warshaw in una intervista alla Bbc racconta la storia del clamoroso insuccesso.
I diritti del film di Steve Spielberg furono pagati ben 21.000.000 di dollari e Warshaw, ai 24enne, era uno dei programmatori di punta della società, ricevette a luglio la telefonata dal suo amministratore delegato: “dobbiamo portarlo a casa: lo puoi fare?” chiese l’ad, aggiungendo “Ne abbiamo bisogno per il primo settembre”.

Ai tempi ci volevano settimane per produrre le cassette sulle quali erano distribuiti i videogiochi ed ET doveva essere nei negozi entro Natale.

“Avevo 5 settimane per farlo — aggiunge Warshaw — Normalmente impiegavamo dai sei agli otto mesi per sviluppare un gioco, non cinque settimane”.
“Non avevo mai lavorato così duramente a qualcosa — dice Warshaw,—  Ma mi resi conto che mi serviva comunque il tempo per mangiare e per andare a casa a dormire. Mi installarono il sistema da sviluppatore anche lì, così che non fossi mai a più di due minuti di distanza dal programma, tranne quando guidavo. Mi venne affiancato un manager il cui compito era assicurarsi che potessi mangiare”.

In sole 5 settimane il programmatore esclamò “Wow, ce l’ho fatta“.

Il gioco stampato in ben 4 milioni di copie con un investimento di 5 milioni di dollari di campagna pubblicitaria, un vero record e un disastro per Atari.

Non era un gioco perfetto — ammette ora Warshaw —. C’erano troppe occasioni dove potevi ritrovarti in una situazione strana. Per un sacco di persone era troppo e smettevano di giocare”.

1.500.000 le copie vendute che portarono Atari a perdere nel secondo trimestre del 1983 registrò perdite per 310 milioni di dollari.

Tale fu il disastro per Warshaw cambiò lavoro diventando prima agente immobiliare e poi psicoterapeuta: “In parte anche per compensare il senso di perdita e la depressione che avevo provocato con il gioco di ET” dice oggi.

Noi di Gamebit abbiamo una copia originale del gioco, un pò per vantarci, un pò per provare sulla nostra parte l’immane disastro marchiato Atari.
La nostra copia di E.T.
La nostra copia di E.T.

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